La disfunzione erettile (o deficit erettile), un tempo semplicemente chiamata impotenza, è una patologia che riguarda i problemi di erezione dell’uomo e che va affrontata con l’aiuto di uno specialista.
Quando sono presenti le condizioni per poter parlare di disfunzione erettile? Quali sono le cause? E quali rimedi e terapie esistono oggi per risolvere il problema in modo efficace e duraturo?
Di seguito analizzeremo ognuno di questi aspetti, con riferimento particolare alla nostra esperienza più che decennale nella cura della deficit erettile, sia a livello medico che chirurgico.
Indice
Punti chiave
La disfunzione erettile è definita come l’incapacità persistente di ottenere o mantenere un’erezione sufficiente per un rapporto sessuale soddisfacente. Non si tratta di un problema occasionale, ma di un problema che persiste e si ripresenta nel tempo.
Può riguardare sia l’ottenimento che il mantenimento dell’erezione. Può verificarsi un deficit nell’ottenimento dell’erezione (il pene non diventa completamente rigido), oppure un deficit nel mantenimento dell’erezione (il pene perde la sua rigidità prematuramente durante il rapporto sessuale).
Un aspetto cruciale della disfunzione erettile è la soddisfazione sessuale. Anche se un individuo può ottenere un’erezione, se percepisce un senso di insoddisfazione (propria o del partner) alla fine del rapporto, si configura comunque un deficit erettile.
Le cause della disfunzione erettile possono essere fisiche o psicologiche, ma non sono strettamente separate. Mente e corpo comunicano sempre in modo bidirezionale, quindi un problema fisico può innescare una reazione psicologica di disfunzione erettile, e viceversa.
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Le 3 caratteristiche della disfunzione erettile
La disfunzione erettile viene definita come l’incapacità persistente di ottenere o di mantenere un’erezione sufficiente a espletare un rapporto sessuale soddisfacente.
In questa definizione, apparentemente fredda e accademica, ci sono dei concetti che vanno sottolineati e che tracciano le linee fondamentali per evidenziare gli aspetti caratterizzanti del deficit erettile.
Vediamoli:
1- L’incapacità deve essere persistente.
Il deficit erettile episodico (la cosiddetta ‘defaillance’) non configura un problema reale o una situazione da indagare.
Può capitare, a causa di stanchezza, mancanza di sonno, ansia da prestazione, stress, e numerosi altri motivi contingenti, che si verifichi un episodio isolato per un uomo di qualsiasi età.
Il deficit erettile si configura invece come un problema quando la disfunzione è persistente, cioè tendenzialmente continua, e si ripropone nel tempo.
Da questo punto di vista, il deficit può essere definito situazionale o continuo a seconda che:
- si riproponga in determinate situazioni (con la moglie, con l’amica, al primo appuntamento, etc), riconducibili all’ingenerazione di uno stato d’ansia che inficia la prestazione;
- si verifichi in modo continuo e slegato da specifiche situazioni, a prescindere dal contesto.
2- L’incapacità può essere riferita sia all’ottenimento che al mantenimento dell’erezione.
Tecnicamente, quindi, il deficit erettile può essere definito come un deficit dell’ottenimento dell’erezione (cioè il pene non diventa rigido al 100%, impedendo la capacità di penetrazione), oppure può essere un deficit del mantenimento dell’erezione (cioè il pene ha una cosiddetta precoce detumescenza intracoitale, che non consente di arrivare al completamento del coito).
Il fatto che si arrivi o no all’eiaculazione e all’orgasmo non è dirimente da un punto di vista della diagnosi di un deficit erettile, perché si può tranquillamente eiaculare pur avendo il pene flaccido.
DA NOTARE: I pazienti con deficit erettile del mantenimento spesso riferiscono di arrivare comunque all’orgasmo, magari appena prima di perdere del tutto l’erezione. Il sistema interno ‘si accorge’ infatti della titubanza dell’erezione e di conseguenza accelera i tempi neurofisiologici dell’eiaculazione.
3- L’incapacità è riferita alla possibilità di espletare un rapporto sessuale soddisfacente.
Emerge quindi, in questo terzo fattore caratterizzante del deficit erettile, il concetto della soddisfazione sessuale.
Un atto sessuale non è un puro processo meccanico di pene duro -> penetrazione -> emissione del liquido seminale, ma deve portare alla piena soddisfazione sessuale, sia dal punto di vista fisico che da quello emotivo e psicologico, in un regime di reciprocità con la / il partner.
La persona che nell’atto sessuale abbia un’erezione, giungendo tuttavia a percepire un’insoddisfazione (sua o della partner) alla fine del rapporto, configura quindi un deficit erettile.
COME CAPIRE SE SI SOFFRE DI DEFICIT ERETTILE? Per avere punti di riferimento ancorati ad alcuni standard internazionali, è possibile compilare il Questionario IIEF-5 (anche in previsione di una visita andrologica). Nella nostra sezione dedicata ai test online è possibile trovarlo e svolgerlo autonomamente, in totale privacy e anonimato.

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Cause della disfunzione erettile: panoramica
Le cause del deficit erettile possono essere distinte in due grosse categorie:
- le cause organiche (biologiche, fisiche)
- le cause psicologiche (emotive, relazionali)
Tuttavia, la distinzione netta delle due categorie, e la relativa separazione dei piani, non sono del tutto appropriate.
Non esistono infatti solo cause organiche o solo cause psicologiche: mente e corpo comunicano sempre in modo bidirezionale.
Di conseguenza, qualunque problema fisico può innescare una reazione psicologica di disfunzione erettile (amplificando la parte organica), così come esiste anche la psicosomatica, per cui un problema psicologico – o psichiatrico addirittura – può causare delle reazioni fisiche notevoli.
Quindi:
Il deficit erettile riconosce prevalentemente delle cause più fisiche o più psicologiche ma le due parti vanno sempre a comunicare, l’una peggiorando e amplificando l’altra.
Ciò premesso, andiamo ad analizzare le singole cause.

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Le cause fisiche della disfunzione erettile
Esistono numerosissime cause organiche e fisiche che portano ad un deficit erettile.
Al di là di malattie vere e proprie che possono scatenare l’impotenza, esistono intanto delle errate abitudini alla base della manifestazione del problema.
1- Il fumo
Il fumo è il più grosso fattore di rischio cardiovascolare in generale: costituisce cioè un problema per i vasi sanguigni, per la circolazione del sangue, per il cuore.
La nicotina è un vasocostrittore, quindi altera il flusso arterioso negli organi in generale, e la combustione della carta e del tabacco portano alla cosiddetta arteriosclerosi, cioè ad un indurimento anomalo delle pareti dei vasi, che perdono la loro elasticità e il loro effetto cosiddetto a fisarmonica (la loro capacità di ‘pompare’ attivamente il sangue).
Il fumo quindi ha questo duplice effetto sui vasi sanguigni, con una vasocostrizione anomala ed un conseguente rallentamento della circolazione (effetto cosiddetto ischemico).
Ma mentre tutti hanno in mente che il fumo possa provocare, ad esempio, un infarto per l’irrigidimento e la chiusura delle coronarie, solo pochi si pongono il problema che questo stesso irrigidimento può avvenire in qualsiasi altro distretto del corpo, e più facilmente nei distretti dove la circolazione è più delicata, con vasi maggiormente ridotti di calibro.
In questo senso il pene presenta una circolazione dove i vasi sanguigni sono almeno dieci volte più piccoli delle coronarie, e facilmente si può innescare la reazione vasocostrittrice, con indurimento delle pareti dei vasi e rallentamento del flusso del sangue.
Esiste proprio una teoria del calibro vasale (codificata solo negli ultimi anni, per quanto lapalissiana):
In questo contesto, il deficit erettile è addirittura considerato un fattore di rischio per malattie cardiovascolari più gravi – ad esempio l’infarto – proprio perché il concetto di fondo, molto semplificato, è:
Se un paziente si presenta con una disfunzione erettile di tipo vascolare, le sue arterie più piccole si sono già chiuse, e questo processo, che può essere cronico-evolutivo, potrebbe andare ad interessare altri distretti del corpo, ad esempio il cuore.
È stato pubblicato un studio alcuni anni fa (The artery size hypothesis: a macrovascular link between erectile dysfunction and coronary artery disease) che aveva messo in evidenza come più della metà di pazienti che si sono presentati con deficit erettile cosiddetto vasculogenico hanno poi subito nei tre anni successivi un infarto miocardico acuto.
Il fumo può essere quindi considerato come il principale fattore di rischio per causare un problema vascolare a livello del pene (così come in qualunque altro distretto corporeo).
Dal punto di vista statistico, i fumatori (cioè chi fuma più di un pacchetto di sigarette al giorno) hanno un rischio triplicato, rispetto a chi non fuma, di soffrire di disfunzione erettile.
IN SINTESI: Il fumo è il principale fattore di rischio per lo sviluppo di un deficit erettile (che può addirittura precedere un evento cardiovascolare maggiore, come un infarto del miocardio).
Esiste anche una correlazione temporale rispetto al fumo: più sono gli anni di fumo, maggiore è il rischio di sviluppare una disfunzione erettile grave.
Inoltre, anche se si smette di fumare, il recupero non è detto che avvenga in modo completo, e in particolare all’aumentare degli anni di fumo aumentano i rischi di non reversibilità della situazione quando si smette.
I danni del fumo sono lunghi a manifestarsi e altrettanto lunghi a sparire.

2- L’ipertensione
Dal punto di vista cardiovascolare possono poi esistere altre patologie che inducono una disfunzione erettile per alterazione della circolazione sanguigna. Il principale è l’ipertensione (la pressione alta).
La pressione alta dà nel tempo un problema alla struttura dei vasi sanguigni, che, in modo simile all’effetto del fumo, diventano più rigidi e meno elastici, quindi meno in grado di pompare il sangue.
Gli ipertesi possono quindi sviluppare un deficit erettile, peggiorato eventualmente anche dalle terapie per l’ipertensione. Infatti i farmaci che abbassano la pressione a livello cardiovascolare agiscono anche a livello periferico, e in particolare, per ciò che qui rileva, a livello della circolazione del pene.
Queste terapie possono di conseguenza stabilizzare una situazione centrale di pressione a livello del cuore, ma possono portare al peggioramento dei problemi di erezione.
Ne consegue che i pazienti vasculopatici e cardiopatici, specialmente se in politerapia (cioè quando assumono diversi farmaci) possono andare incontro alla disfunzione erettile.
3- Il diabete
Dal punto di vista metabolico, i principali fattori negativi sulla funzione erettile sono il diabete e i disordini ormonali.
Il diabete è l’anomalo smaltimento da parte dell’insulina degli zuccheri nel sangue: questa persistenza di elevati livelli glicemici nel sangue porta alla cosiddetta angiopatia diabetica e alla neuropatia diabetica.
L’angiopatia è un problema vascolare, sia a livello arterioso che venoso, e comporta che la circolazione del sangue in tutti gli organi del corpo (in particolar modo a livello degli occhi, dei reni e del pene) possa risultare inficiata.
Con neuropatia invece si intende l’anomala trasmissione dello stimolo nervoso dal centro alla periferia, con conseguenze sull’erezione (ma può essere un concetto che vale genericamente in tutti i distretti corporei).
Si altera cioè lo stimolo nervoso che dal sistema nervoso centrale discende fin verso il pene per innescare la reazione vasodilatatoria che serve per far entrare il sangue all’interno dei corpi cavernosi.
Inoltre, una glicemia alterata non solo causa il deficit erettile per le ragioni appena spiegate, ma impedisce anche alle terapie somministrate per la disfunzione erettile di fare effetto a pieno regime.
NOTA: La raccomandazione che noi facciamo ai pazienti diabetici in terapia è che osservino uno strettissimo compenso glicemico perché altrimenti qualunque terapia noi somministriamo loro non può, di fatto, avere effetto.
4- L’ipogonadismo
Il principale disturbo ormonale che causa disfunzione erettile è l’ipogonadismo, cioè l’anomala diminuzione dei livelli di testosterone.
Esistono malattie specifiche che portano l’abbassamento del testosterone. Nei giovani in particolare una malattia genetica molto diffusa che è causa di tutto questo è la sindrome di Klinefelter, che associa l’impotenza all’infertilità.
Il deficit erettile da ipogonadismo interessa una fascia di età tendenzialmente adulta o anziana, attraverso quella che una volta veniva definita andropausa.
L’andropausa è da intendersi come il significativo abbassamento dei livelli di testosterone e la conseguente riduzione sostanziale della funzione sessuale e riproduttiva.
In realtà l’andropausa – intesa come corrispettivo maschile della menopausa femminile, con riferimento all’interruzione della capacità riproduttiva – non esiste nell’uomo. Il testosterone infatti non arriva mai a zero: anche se in minima parte, continua sempre ad essere prodotto.
Dal concetto di andropausa si è passati a quello di ipogonadismo late-onset, cioè una diminuzione progressiva dei livelli di testosterone legata all’età, che può avere inizio a partire dai 55 anni.
IN SINTESI: il testosterone rappresenta le fondamenta su cui l’erezione avviene. In assenza di una solida base ormonale l’erezione non può avvenire. Quindi, se siamo in carenza di testosterone occorre assolutamente ripristinare le ‘scorte’.
Da sottolineare che il testosterone nell’uomo non controlla solo l’erezione, ma, dal punto di vista endocrino-metabolico, è importantissimo per garantire un adeguato trofismo muscolare, un appropriato metabolismo osseo, il ritmo sonno-veglia, l’umore, il desiderio sessuale.
Può quindi essere considerato, da un punto di vista della salute maschile generale, come un ormone fondamentale.
5- La tiroide
Tra le cause di competenza endocrino-metabolica ci sono anche le disfunzioni della tiroide.
Un ipertiroidismo o, più frequentemente, un ipotiroidismo, possono dare delle manifestazioni di disfunzione erettile.
6- Le cause neurologiche
All’interno delle cause biologiche, ci sono poi le cause neurologiche.
L’erezione è un evento neuro-vascolare, quindi occorre che lo stimolo vasodilatatorio che arriva al pene venga veicolato adeguatamente lungo le vie nervose. Esistono una serie di malattie neurologiche che alterano la trasmissione di questo stimolo.
Le malattie che più frequentemente sono coinvolte in questo quadro sono le malattie degenerative o demielinizzanti come la sclerosi multipla, ad esempio.
La sclerosi multipla, che può avere diverse manifestazioni cliniche, in alcuni casi ha come primo sintomo il deficit erettile.
Per questo in presenza di una disfunzione erettile è utile valutare l’anamnesi neurologica del paziente, per poter valutare la possibilità che esista qualche forma di compromissione del suo sistema nervoso centrale.
7- Fattori iatrogeni
Tra le cause organiche del deficit erettile vanno annoverati anche i fattori iatrogeni, quelli indotti cioè dalle terapie, sia mediche che chirurgiche.
Esistono diverse patologie che richiedono dei trattamenti medici che portano alla diminuzione della capacità erettile. Tra questi:
- i farmaci ipertensivi, che abbassano la pressione a livello cardiaco ma la possono abbassare anche a livello periferico;
- gli antiandrogeni, che sono farmaci su base ormonale che vengono somministrati ad esempio per la cura del tumore della prostata (il tumore della prostata è una malattia che si alimenta di testosterone e richiede che venga bloccata la secrezione gonadica dello stesso attraverso farmaci, con la conseguenza di causare impotenza);
- la chirurgia pelvica (ad esempio per un tumore della prostata, della vescica o del retto). In zona pelvica esiste una centralina nervosa, che si chiama plesso pelvico, dove convergono i nervi discendenti che dal cervello vanno verso la periferia, e da cui si diramano i nervi che controllano l’erezione. Questa centralina nervosa si trova dietro la vescica, tra questa e il retto, e i nervi che partono da qui corrono lungo la circonferenza della prostata. Quindi, in caso di asportazione della prostata, della vescica o del retto per un tumore, è molto a rischio la conservazione dell’integrità del plesso pelvico e dei suoi nervi cavernosi. Questi possono subire un’interruzione, non permettendo più allo stimolo nervoso di arrivare fino alla periferia.
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Le cause psicologiche della disfunzione erettile
Anche le malattie o le problematiche che coinvolgono la mente possono interferire sul corpo.
Tipicamente nei giovani avere un deficit erettile su base psicologica vuol dire subire la cosiddetta ansia da prestazione, ossia la paura anticipatoria di fare ‘cilecca’.
Il timore di non riuscire a soddisfare la partner, qualunque sia l’origine o la ragione, squilibra la stabilità psico-emotiva di questi ragazzi, che vanno incontro a problemi di erezione (sia dell’ottenimento che del mantenimento).
Esistono poi delle malattie psicologico-psichiatriche che possono manifestare la disfunzione erettile.
Tipica è la depressione: un paziente depresso non ha voglia di fare niente, compresa l’attività sessuale, con la conseguenza che la sue erezione scompare del tutto. In questo caso più che di un deficit erettile vero e proprio si tratta di un disinteresse complessivo per la vita sessuale, anche dal punto di vista del desiderio e delle fantasie.
I problemi psicologici sono poi molto spesso conseguenza – più che causa – di un problema di erezione: un uomo che si vede in difficoltà dal punto di vista erettile facilmente va in ansia da prestazione, o comunque cova la paura che la volta successiva il problema si possa ripresentare.
IN SINTESI: la componente emotiva di un deficit erettile va sempre analizzata, se non come causa, nella maggior parte dei casi come conseguenza di un deficit erettile
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Rimedi per la disfunzione erettile: panoramica
Le linee guida internazionali dividono in vari livelli di intervento il ruolo dell’andrologo, a seconda dell’approccio terapeutico utilizzato. In linea generale possiamo delineare uno scenario di questo tipo:
- Terapie farmacologiche
- Terapie meccaniche
- Terapie fisiche
Dal punto di vista dei livelli progressivi di intervento, spesso si tende a suddividere le terapie in:
- Farmaci per bocca
- Farmaci a livello locale
- Chirurgia (protesi peniena)
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Disfunzione erettile: rimedi farmacologici
La terapia orale rappresenta l’alternativa di primo livello per la gestione della maggior parte dei quadri di deficit erettile.
Con terapia orale intendiamo delle pastiglie da assumere per bocca, che sostanzialmente si dividono in due categorie:
- quelle bed time, cioè da prendere tutti i giorni prima di andare a letto
- quelle on demand, cioè da prendere al bisogno, in previsione del rapporto
La terapia on demand
La terapia per bocca on demand consiste nell’assunzione di farmaci vasodilatatori che vanno presi prima del rapporto.
Il capostipite di questa famiglia è il famoso Viagra, e, come detto, si tratta di farmaci che permettono di aumentare l’apporto di sangue all’interno dei corpi cavernosi sotto stimolo sessuale.

Ciò significa che, esattamente quando lo stimolo di eccitazione sessuale parte dal sistema nervoso centrale ed è condotto verso la periferia, viene amplificata la reazione di vasodilatazione che porta un iperafflusso di sangue all’interno dei corpi cavernosi.
I farmaci che vengono definiti – come categoria – inibitori della pde5 (i cosiddetti inibitori della fosfodiesterasi), sono farmaci che non fanno altro che amplificare l’afflusso di sangue arterioso all’interno dei corpi cavernosi del pene in fase di eccitazione.
Questo significa che se si assume Viagra e si svolge una normale attività che non comporti eccitazione sessuale, non succede niente. Se invece, un’ora circa dopo l’assunzione, si incontra una stimolazione, il farmaco produce il suo effetto amplificando l’afflusso di sangue e quindi l’erezione.
Esistono diversi nomi commerciali di questi farmaci:
- Viagra
- Spedra
- Levitra
- Cialis
- Siler
- Rabestrom
- Telefil
Ci sono diverse formulazioni: la pastiglia classica, il film orodispersibile, la compressa orosolubile. Il concetto tuttavia resta invariato: un’ora prima di avere un rapporto bisogna programmare di assumere il farmaco per poter avere un sostegno all’erezione.
LO SAPEVATE? Il Viagra originale, che può essere considerato il capostipite di questi farmaci, non ha più il brevetto farmacologico. Ad oggi esistono versioni generiche della molecola (il Sildenafil), trovabili in farmacia con nome diverso.
Pur essendo tutti accomunati dalla necessità di programmazione, le molecole possono agire con tempi ed interazioni leggermente diversi tra loro (il Viagra andrebbe assunto a stomaco vuoto perchè il cibo ne rallenta l’assorbimento, altri farmaci impiegano solo mezz’ora a fare effetto, e così via), ma nel complesso le caratteristiche farmacologiche sono sovrapponibili.
Rispetto a questi farmaci short acting, cioè che fanno effetto rapidamente e hanno una durata d’azione di circa 4-5 ore, esiste un’altra formulazione orale, il Cialis, (molecola Tadalafil), che agisce in modo differente.
Il Cialis è sempre un farmaco da prendere al bisogno, ma ha il grosso vantaggio di avere una durata d’azione molto più lunga, a fronte di una latenza più ampia rispetto agli altri farmaci.
L’effetto del Cialis, cioè, impiega più tempo a manifestarsi (circa 2 ore) ma perdura per 36-48 ore circa. Per questa ragione è stato ribattezzato il ‘farmaco del weekend’ perchè, assumendolo il venerdì sera o il sabato mattina, di fatto copre gli interi due giorni del fine settimana.
La terapia bed time
Un concetto diverso di terapia farmacologica con effetto che noi definiamo riabilitativo (perchè tende a far compiere al tessuto cavernoso una sorta di ‘ginnastica’ attraverso l’esposizione a dosi di sangue e di ossigeno molto maggiori) è la terapia cosiddetta bed time.
La terapia bed time per il deficit erettile è quella da prendere tutti i giorni indipendentemente dal rapporto sessuale in modo da mantenere il tessuto erettile esposto 24 ore su 24 ad un’azione iperossigenante del farmaco.
In particolare, questo risultato si ottiene con la somministrazione del Tadalafil a 5 mg. Questo viene assunto tutti i giorni con l’obiettivo di avere, nel giro di una settimana, una concentrazione tale da mantenerlo sempre in circolo ad effetto terapeutico.
Il che, come si diceva prima, non significa avere un’erezione permanente, ma piuttosto essere sempre sotto l’azione del farmaco, pronto a sostenere l’erezione in presenza di una eccitazione sessuale, con una vasodilatazione e un iperafflusso di sangue a livello del pene.
Il grosso vantaggio di questo approccio è che potenzia moltissimo le erezioni notturne, che sono il mezzo con cui il pene alimenta sé stesso.
Potenziando queste erezioni, il pene si ‘riabilita’, come se facesse una sorta di fisioterapia o di ginnastica di rinforzo della sua struttura, in modo che alla sospensione dei cicli del farmaco ci possa essere un miglioramento della funzione erettile basale.
Tendenzialmente questi cicli hanno durata di sei mesi. Alla cessazione della terapia circa la metà dei pazienti retrocede leggermente come effetto spontaneo, mentre l’altro 50% riscontra un livello di erezione migliorato anche senza le pastiglie.
I farmaci a livello locale
Con le varie terapie orali siamo in grado di gestire circa il 70% delle patologie di disfunzione erettile. L’altro 30% viene affrontato con terapie di secondo livello, più o meno consolidate e più o meno innovative a seconda degli specialisti che le propongono.
Il secondo livello è costituito da farmaci che agiscono ad un livello locale.
In particolare, la terapia di secondo livello che si è attestata come alternativa ai farmaci, laddove questi non facciano più effetto, è la farmacoerezione intracavernosa.
La farmacoerezione intracavernosa consiste nell’iniettare direttamente all’interno del corpo cavernoso del pene un vasodilatatore (il principio attivo si chiama Alprostadil o Prostaglandina E1), che viene definito iniziatore periferico dell’erezione.
Con questa procedura, qualunque cosa si stia facendo, ed anche in assenza di reale stimolazione sessuale, il pene va in erezione.
Generalmente occorre una fase di addestramento, sia per trovare la dose giusta da somministrare al paziente (esiste un range terapeutico che va dai 5 microgrammi ai 20 microgrammi di farmaco), che per istruire lo stesso alla somministrazione (bisogna evitare di ledere le strutture nobili del pene: l’uretra ventralmente e il fascio neurovascolare dorsalmente).
Si parla proprio di protocollo di addestramento, sia per le dosi che per le modalità di somministrazione, da definire e mettere a punto con il paziente..
Con la somministrazione dell’Alprostadil il 90% di quel restante 30% che non risponde ai farmaci è in grado di ottenere un’erezione soddisfacente.
Le problematiche, quando si tratta di terapia a livello locale del deficit erettile, sono legate alla tolleranza: può far male, può bruciare.
Il principale effetto collaterale di questo farmaco è infatti rappresentato dal dolore. La Prostaglandina E1 è un mediatore del dolore e dell’infiammazione, per cui in pazienti particolarmente sensibili è possibile avere una reazione dolorosa intensa che ne inficia l’utilizzo.
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Disfunzione erettile: rimedi meccanici
A seconda della peculiarità della disfunzione erettile, della sua gravità, e del quadro clinico complessivo del paziente, si può preferire un rimedio meccanico, da applicare chirurgicamente o non.
I rimedi meccanici alla disfunzione erettile consistono nell’uso di apparecchiature che facilitano il raggiungimento dell’erezione, e che vengono attivate al momento del compimento dell’atto sessuale.
Sono, nello specifico, la protesi peniena e il vaccum device.
La protesi peniena
Laddove non è possibile utilizzare queste terapie farmacologiche ci sono dei trattamenti alternativi. La protesi peniena può essere considerata come l’ultima spiaggia, e costituisce la terapia più importante.
Questa si sta affermando come uno dei sistemi per la soluzione del problema del deficit erettile più efficaci e più soddisfacenti per i pazienti, che riportano esiti entusiasmanti dopo l’impianto di protesi.
L’unico rischio della chirurgia protesica è l’infezione della protesi.
Esistono proprio per questo motivo protesi, come l’AMS 700 cx prodotta da Tegea, con la particolarità di essere completamente rivestite di antibiotico per ridurre drasticamente le possibilità di questa complicanza.
Ci sono diversi modelli di protesi:
Protesi peniene semi-rigide
Quelle più semplici, dette semi-rigide: vengono inserite all’interno del corpo cavernoso del paziente due cilindri che garantiscono l’erezione.
Il pene può poi essere mosso o direzionato a seconda delle esigenze del paziente
Protesi peniene tricomponenti
Le protesi maggiormente innovative, con i più alti tassi di soddisfazione, sono quelle tricomponenti.
Sono tricomponenti perché costituite da un sistema chiuso, idraulico, formato da due cilindri che vengono inseriti all’interno del pene, un attivatore che serve per gonfiare la protesi, e un réservoir, ossia il ‘serbatoio’ che fornisce il sistema.
L’attivatore viene posizionato in sede scrotale, e, ogni volta che il paziente voglia avere un rapporto sessuale, viene azionato ripetutamente gonfiando i cilindri e portando il pene in erezione.
Questo sistema è totalmente invisibile dall’esterno: viene inserito attraverso una piccolissima cicatrice a livello peno-scrotale o a livello infrapubico, che permette al paziente di recuperare nel giro di pochissime settimane sia le sue attività normali che, nello specifico, l’attività sessuale.
PER APPROFONDIRE – Con lo scopo di approfondire l’innesto di protesi peniena come soluzione per la disfunzione erettile abbiamo creato un capitolo specifico della nostra trattazione: PROTESI PENIENA: FUNZIONAMENTO, COSTI, CONTROINDICAZIONI
Il vacuum device
Il vacuum device è uno strumento di gestione della disfunzione erettile, costituito da una pompa capace di creare il ‘vuoto’. Questa consente al pene, una volta inserito all’interno del cilindro, di venire disteso attraverso la depressione che si crea all’interno del dispositivo, in modo da richiamare sangue e mettere in estensione i tessuti del pene.
Si tratta di uno strumento facile da usare, assolutamente sicuro e privo di effetti collaterali. Lo utilizziamo sia in casi di impotenza che non possono essere trattati con medicinali, o nella riabilitazione post operatoria di interventi di raddrizzamento del pene o di allungamento del pene, in modo che i tessuti riprendano la loro elasticità una volta sollecitati da questo movimento di stretching e di estensione.
Esistono due modelli di vacuum device:
- uno manuale con una leva che crea meccanicamente la depressione all’interno del cilindro;
- uno elettrico in cui la sola pressione del pulsante di attivazione crea la depressione, attraverso un motorino interno.
Sono entrambi dispositivi molto semplici da usare e molto utilizzati nella pratica clinica, sia medica che chirurgica.
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Disfunzione erettile: terapie fisiche
Quando il deficit erettile ha cause prevalentemente vascolari – cioè deriva dalla compromissione del corretto e completo afflusso di sangue al pene – si parla di disfunzione vasculogenica.
In questi casi esistono terapie che mirano ad aumentare il flusso di sangue nei corpi cavernosi, attraverso il ripristino e la rigenerazione dei vasi sanguigni compromessi.
L’esito di tali approcci curativi è il recupero completo della funzionalità erettile, o in subordine quello della risposta ai farmaci.
Le onde d’urto a bassa intensità e i fattori di crescita sono due terapie della disfunzione erettile che hanno questo scopo.
Sussiste tuttavia, ad oggi, un diverso peso scientifico tra i due percorsi terapeutici.
Mentre i fattori di crescita sono una terapia sperimentale, che non ha ancora significativi dati consolidati a favore del trattamento, le onde d’urto possono invece essere considerate una terapia consolidata per il deficit erettile di origine vascolare.
Possiamo affermare che i fattori di crescita rappresentano un approccio promettente che ha l’obiettivo di soddisfare la medesima finalità rigenerativa propria delle onde d’urto, senza tuttavia averne ancora lo stesso peso scientifico.
Vediamo più nel dettaglio i due principali approcci non farmacologici alle disfunzioni erettili di tipo vasculogenico.
Le onde d’urto
Le onde d’urto sono una tecnologia innovativa, recente, che utilizza le onde d’urto a bassa intensità somministrate nella muscolatura del pene per innescare la cosiddetta neoangiogenesi, cioè la produzione e proliferazione di nuovi vasi sanguigni.
È come se noi andassimo a rimpolpare la densità dei vasi sanguigni all’interno del pene (in pratica, come se ristrutturassimo una spugna lisa).
Le onde d’urto sono una tecnologia nota alla medicina occidentale per essere stata impiegata per la prima volta nell’ambito dell’ortopedia, grazie all’effetto antinfiammatorio e antidolorifico che hanno nelle patologie degenerative osteoarticolari. In particolare hanno un utilizzo nelle problematiche correlate alle calcificazioni tendinee, soprattutto della spalla.
L’applicazione delle onde d’urto in ambito urologico è decisamente più recente.
Le esperienze iniziali sull’utilizzo delle onde d’urto nella disfunzione erettile sono datate 2010, grazie all dottor Yoram Vardi dell’Università di Haifa, che ha pubblicato il primo articolo sulle onde d’urto a bassa intensità nel trattamento del deficit erettile.
Va detto che non tutti i deficit erettili possono essere trattati con le onde d’urto.
Poiché esse hanno un effetto sulla circolazione del sangue, solo i deficit erettili su base vascolare possono essere trattati efficacemente con le onde d’urto.
In sintesi:
Possiamo dire che sostanzialmente le onde d’urto ‘ristrutturano’ le pareti dei vasi sanguigni esistenti, quindi ne ripristinano la loro struttura in termini di elasticità e migliorano l’afflusso di sangue in fase di erezione
PER APPROFONDIRE – Con lo scopo di approfondire la terapia ad onde d’urto per la disfunzione erettile abbiamo creato un capitolo specifico della nostra trattazione: LE ONDE D’URTO PER LA DISFUNZIONE ERETTILE: COSA SONO, A CHI SERVONO E COME SI APPLICANO
I fattori di crescita
I fattori di crescita sono invece una terapia molto innovativa, appartenente alla categoria delle cosiddette terapie rigenerative, così chiamate perché hanno lo scopo di far rigenerare il tessuto vascolare che si sta rovinando.
Somministrare i fattori di crescita vuol dire fare un prelievo di sangue venoso al paziente, dal quale si estrae – attraverso una apposita centrifuga che la separa – la componente piastrinica del sangue.
All’interno della componente piastrinica ci sono i fattori di crescita, che verranno iniettati all’interno del corpo cavernoso del pene. Qui saranno capaci di innescare delle reazioni cellulari che rigenerano, rinnovano e riparano il tessuto erettile.
Si tratta di una procedura assolutamente sicura e priva di effetti collaterali proprio perché utilizza delle sostanze autologhe, cioè delle sostanze appartenenti al corpo stesso del paziente.
Quindi, queste non causano reazioni allergiche nè rigetti, e i rischi possono essere considerati nel complesso risibili (o addirittura pari a zero).
L’unica cosa da dover ‘accettare’ è l’idea di ricevere una micropuntura all’interno del pene.
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Problemi di erezione: a chi rivolgersi?
In caso di sospetta disfunzione erettile, il protocollo standard a cui fare riferimento, in termini generali, è consultare uno specialista, e con lui fare visita, esame obiettivo, anamnesi ed eventuali esami strumentali.
Tuttavia la risposta a questa domanda, nell’approccio che il nostro team mette in campo, dovrebbe essere più ampia e profonda.
Innanzitutto, dal punto di vista emotivo bisogna che un uomo impari ad avere il coraggio di parlare con un medico della disfunzione erettile.
Ciò significa abbandonare quella ritrosia, quella vergogna, quei tabù, quei luoghi comuni, per cui si tende sempre a dare la colpa a qualcos’altro (allo stress,alla stanchezza, ai cattivi pensieri), a sottovalutare, o semplicemente a non voler affrontare.
Bisogna dare ai problemi di erezione e al momento di difficoltà sessuale il valore che meritano: quello di sintomo di una possibile patologia.
Il deficit erettile non è cioè espressione di qualche anomalia psicologica, emotiva, sessuale, a causa delle quali l’uomo non riesce più ad avere rapporti, ma può essere segnale chiaro e precoce di un problema di salute serio.
Nella maggior parte dei casi, infatti, la disfunzione erettile può essere sintomo spia di una patologia cardio vascolare.
Come abbiamo visto, l’erezione è un evento neuro-vascolare: uno stimolo nervoso deve partire dal centro e arrivato alla periferia questo stimolo scatena una vasodilatazione che permette al sangue di entrare ad alta pressione all’interno dei corpi cavernosi.
I vasi sanguigni dei corpi cavernosi sono molto piccoli (tecnicamente si parla di una circolazione terminale, nel senso che c’è un albero vascolare che si ramifica fino a livello del pene dove la circolazione finisce, per poi tornare indietro attraverso i vasi venosi). Ne deriva che la dimensione dei vasi all’interno del pene li rende particolarmente suscettibili ad un danno anche in fase iniziale.
Ad esempio, nel corso di questo articolo abbiamo visto l’incidenza del fumo: è risaputo che danneggi i vasi sanguigni e causando l’infarto perchè chiude le coronarie. Dal momento che i vasi del pene sono 10 volte più piccoli di quelli delle coronarie, si chiuderanno molto prima di quanto non possano fare i vasi sanguigni del cuore. Ne deriva che il deficit erettile causato da un’anomalia cardiovascolare può essere l’espressione di una patologia più generalizzata.
Il primo motivo per cui un uomo adulto, magari con dei fattori di rischio, magari fumatore, magari vasculopatico, si deve far controllare dal proprio andrologo per il deficit erettile, sta proprio nel fatto che questo può essere sintomo spia di una patologia più grande.
E questo rappresenta un mutamento di prospettiva fondamentale per capire l’importanza di ‘sdoganare’ il rapporto aperto con lo specialista.
L’altro motivo per cui è importanti vincere blocchi e resistenze è che esistono diverse possibilità di terapia in cui il timing gioca un ruolo fondamentale.
Prima si chiede la consulenza dell’urologo, più probabilità ci sono di impostare una terapia che almeno parzialmente riesca a far regredire il danno (o almeno a farlo rallentare).
Le patologie vascolari possono infatti avere un andamento cronico progressivo, anche solo per l’invecchiamento dei tessuti: andando avanti col tempo diminuisce la qualità strutturale dei vasi sanguigni del pene. Di conseguenza, si potrà arrestare o rallentare la progressione del danno con una serie di terapie, spesso ‘semplici’ per il paziente eppure molto efficaci.
L’approccio di Androteam ai problemi di disfunzione erettile
Androteam ha un menu di soluzioni completo sotto ogni punto di vista rispetto alle possibilità esistenti nel 2020.
Nello specifico, abbiamo a disposizione tutte le opzioni farmacologiche e non farmacologiche per indirizzare la terapia nel modo più personalizzato possibile, e le tecnologie più all’avanguardia per approfondire sia la diagnosi che la terapia stessa.
Il concetto alla base dell’approccio dell’équipe di Androteam è la tailored therapy, cioè la terapia cucita su misura.
Non abbiamo infatti un protocollo valido per tutti, ma piuttosto la sensibilità e l’esperienza di poter tracciare un percorso totalmente personalizzato per il singolo paziente che abbiamo di fronte, sulla base del suo racconto, della sua comorbilità, delle sue abitudini sessuali, dell’età, del desiderio che ha di migliorare la sua vita sessuale.
- In una prima fase tutto parte dalla visita e dalla valutazione dei fattori di rischio, dall’anamnesi (presenza di altre patologie, assunzione di altri farmaci lesivi della funzione erettile).
- In una seconda fase il focus passa sulla situazione specifica del paziente: al di là delle valutazioni di primo livello*, non facciamo fare a tutti gli stessi esami (oberando cioè il paziente in modo indiscriminato). Richiediamo solo ciò che è utile a indirizzare concretamente la terapia pensata per lui.
NOTA BENE: una valutazione di base con, ad esempio, degli esami del sangue che comprendano la glicemia, l’assetto lipidico, la funzione renale, la funzione epatica e l’assetto ormonale viene generalmente richiesta perchè molto spesso ci sono delle situazioni occulte che, se non ricercate, possono rimanere misconosciute.
La nostra idea di approccio personalizzato non richiede per forza l’utilizzo di troppi test diagnostici (dispendiosi dal punto di vista economico ed emotivo), ma solo quelli che ci aiutano concretamente a indirizzare meglio la terapia.
Per quanto riguarda i percorsi che proponiamo, va fatta una necessaria premessa.
Le terapie di I livello farmacologiche generalmente sono terapie sintomatiche che non vanno a curare la causa.
Se queste possono essere considerate il salvagente che si indossa prima di buttarsi in mare se non si sa nuotare, esiste tuttavia la possibilità anche di fare un corso di nuoto: cioè di ripristinare la funzione erettile con dei trattamenti non farmacologici che vanno ad agire sulle cause e non sui sintomi, e che hanno un obiettivo curativo nel lungo periodo invece che uno di soluzione temporanea al bisogno.
In questo contesto si inseriscono le onde d’urto e le infiltrazioni di fattori di crescita, nei quali Androteam è altamente specializzata.
Con queste due soluzioni siamo in grado – senza farmaci – di ripristinare ad un livello normale la funzione erettile nella maggior parte dei pazienti.
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Domande frequenti
Cosa vuol dire disfunzione erettile?
La disfunzione erettile viene definita come l’incapacità persistente di ottenere o di mantenere un’erezione sufficiente a espletare un rapporto sessuale soddisfacente. Quindi, per avere una disfunzione erettile:
1) L’incapacità è persistente
2) Può riguardare o l’ottenimento o il mantenimento dell’erezione
3) Fa riferimento all’impossibilità di completare un rapporto sessuale che si consideri soddisfacente (sia per l’uomo che per la partner).
Quali sono le cause della disfunzione erettile?
Le cause della disfunzione erettile si dividono in due macrocategorie:
1) cause organiche (come problemi cardiovascolari, ipertensione, diabete, ipogonadismo, disfunzioni tiroidee)
2) cause psicologiche (come ansia e depressione).
Questi non sono tuttavia due ambiti distinti: il deficit erettile è scatenato da cause più fisiche o più psicologiche, ma le due parti vanno sempre a comunicare, l’una peggiorando e amplificando l’altra.
A chi rivolgersi se si soffre di disfunzione erettile?
Lo specialista che si occupa dei problemi di erezione e di quelli generali dell’apparato genitale maschile è l’andrologo. Dal momento che la disfunzione erettile è spesso un sintomo spia di patologie maggiori, è possibile che dopo il consulto con l’andrologo ed i relativi accertamenti si venga instradati verso altri specialisti.
Come curare la disfunzione erettile?
Ci sono diversi approcci alla disfunzione erettile:
1) i farmaci per bocca (opzione di I livello, nella modalità ‘bed time’ o ‘on demand’, attraverso i medicinali facenti parte della categoria degli inibitori della PDE5)
2) i farmaci a livello locale (opzione di II livello, nella modalità di farmacoerezione intracavernosa, attraverso il principio attivo Alprostadil o Prostaglandina E1)
3) la protesi peniena (opzione di III livello, inserita attraverso piccolo intervento chirurgico)
4) le terapie non farmacologiche (onde d’urto, infiltrazione di fattori di crescita).
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Conclusioni
Conoscere cause, implicazioni e rimedi della disfunzione erettile è fondamentale per un numero di ragioni superiore a quante normalmente se ne possano immaginare.
In ballo non c’è soltanto l’appagamento e la pienezza della vita sessuale e di coppia delle persone. Non c’è solamente l’autostima, l’equilibrio psicofisico e la serenità dell’uomo.
Ci sono prima di tutto aspetti che riguardano la salute generale. L’aspetto fondamentale del corretto approccio ad un problema di disfunzione erettile è quello di poterlo trattare come un campanello d’allarme o un sintomo spia da non sottovalutare.
E, in questa prospettiva, i tabù e le timidezze devono lasciare posto ad una serena consapevolezza e ad una più naturale confidenza con il proprio specialista.
In Androteam ci occupiamo di disfunzione erettile a 360 gradi, sia a livello medico che chirurgico, sia con trattamenti farmacologici che con terapie che non li prevedono affatto.
- avere più informazioni,
- prenotare una visita,
- richiedere una consulenza andrologica online,
oppure lasciare considerazioni e domande nei commenti qui sotto: risponderemo a tutti.
Ultima revisione dell’articolo: 28/06/2023
Autore

Dottor Massimiliano Timpano
Urologo e AndrologoSpecialista in Urologia e perfezionato in Andrologia con il conseguimento del Master universitario di II livello presso l’Università degli Studi di Torino, di cui oggi è Docente.
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